domenica 11 novembre 2007

Commento aperto

Questo è un commento aperto al post Rimedi peggiori dei mali, pubblicato sul blog Sproloqui semiosici di Simone Mascagni. Dato che non sono riuscita per problemi tecnici a lasciare il mio commento direttamente sul suo blog, ma ritengo importante un dialogo scientifico sull'argomento biocarburanti, pubblico qui la mia reazione al post:

"Caro Simone, condivido l'opinione che i biocarburanti non siano l'unica soluzione ai comustibili fossili. Ma da qui a fare dello spicciolo allarmismo ce ne vuole! Invito te e altri blogger che hanno scritto sulla ricerca di Crutzen negli stessi termini a
1. leggere per bene la ricerca, intendo proprio a fondo, dall'inizio alla fine
2. aiutarsi con un dizionario di inglese se non si padroneggia la lingua e soprattutto non si mastica il linguaggio tecnico ambientale in inglese
3. non perdersi in allarmismi che non fanno che inasprire il già difficile dibattito sui biocarburanti
4. farsi una cultura sui metodi già esistenti per ridurre la produzione di N2O, che non deriva dal biocombustibile stesso ma dall'USO DI FERTILIZZANTI SINTETICI nella produzione agricola di piante per biocombustibile.

Il problema è l'uso di fertilizzanti chimici a base azotata, che rilasciano una maggiore quantità di N2O rispetto alla fertilizzazione organica o con l'alfa alfa biologica (vedi http://www.greenplanet.net/content/view/14255/ e http://crops.confex.com/crops/wc2006/techprogram/P18105.HTM e ancora http://www.ipni.net/ppiweb/sechina.nsf/$webindex/A1D6ADA378E165F548256C620031BF9E?opendocument&navigator=home+page). E comunque un'applicazione irragionevole di fertilizzanti a base azotata, sia biologici che chimici, porta in ogni caso a perdite di N2O.

La chiave di lettura della ricerca di Crutzen più corretta a mio avviso è quella per cui si dovrebbe puntare ad elaborare metodi di agricoltura che riducano l'emissione di N2O tramite l'utilizzo di tecniche avanzate e sostenibili e la messa al bando di fertilizzanti sintetici. "

Liberi di utilizzare il mio blog per le vostre reazioni!


1 commento:

Anonimo ha detto...

Cara Carmen, ti lascio anche qui la mia risposta al tuo commento. Era semplicemente stato moderato automaticamente essendo zeppo di link (automatico contro lo spam).

P.s., sempre sulla velocità di lettura che induce ad errori...Il cognome!

"Cara Carmen,
Ti ringrazio per le spiegazioni aggiuntive che hai lasciato.

Comprendo perfettamente la tua posizione, nonostante questo non modifichi la mia.
Mi spiego meglio.

L’espressione corretta che avrei dovuto aggiungere al testo di sopra sarebbe stata che i biocarburanti sono più dannosi dei combustibili fossili “mantenendo costante la metodologia agricola attuale, fertilizzati a base azotata in particolar modo”.

Questo non toglie che, a mia conoscenza, tutte le metodologie sostenibili oggi utilizzate abbiano una resa minore dei fertilizzanti a base azotata (che comunque dovranno essere sostituiti appena possibile), mentre i biocarburanti sono sulla cresta dell’onda e sono oggetti di una incredibile bolla di finanziamenti (soprattutto oltreatlantico). E’ una questione di tempi.

Fino a che non ci saranno soluzioni economicamente e produttivamente vantaggiose, occorrerebbe, a mio avviso, osteggiare lo sviluppo dei biocarburanti in base ad un semplice principio di precauzione privilegiando altre strade che, ad oggi, presentano minori inconvenienti.

Questo del resto senza contare che i biocarburanti come vengono maggioritariamente intesi in occidente non derivano da produzione agricola eccedente o di scarto, ma da produzione coltivata appositamente e acquistata sul mercato. Questo provoca un aumento indiscriminato dei prezzi delle derrate alimentari, risospingendo alla fame un numero troppo elevato di persone non appartenenti alla ristretta cerchia dei benestanti del mondo.

Riprendendo Beck si potrebbe dire che il problema qui non è solo chimico o agronomico, non si tratta semplicemente di concimi e azoto rilasciato in atmosfera, ma si tratta di un problema che è anche, e soprattutto, economico e politico e che quindi deve essere trattato non escludendo queste componenti, forse addirittura le più importanti.

Inoltre non vedo più di tanto l’allarmismo spicciolo. Ho detto che avevo delle motivazioni a priori contro i biocarburanti, ho notato che allo stato attuale dei fatti essi sembrano non essere convenienti neppure dal punto di vista ambientale ed ho espresso il mio pensiero, ovvero che gradirei maggiormente che i fondi fossero stanziati per migliori scopi, non essendo essi infiniti. Tutto qui

La tua lettura di Crutzen è quella che darei anche io da esperto del settore in rapporto alla problematica intesa in senso stretto. E’ quello che del resto faccio quotidianamente nel mio campo di ricerca.

Ma qui, da cittadino, restando su un piano politico-economico e sullo stato di fatto attuale ritengo sia corretto leggerla e reagire altrimenti.

E’ un grosso problema questo, problema legato alla metodologia scientifica, al suo modo di porsi e ai suoi nodi consustanziali col potere economico e politico, non possiamo fare finta che non esista. Non possiamo fermarci ad una lettura dei fatti “scientifica” (per quanto la scientificità faccia finta di esistere del resto) quando non siamo ad una riunione di specialisti. Questa scienza, appena uscita dai nostri laboratori, diviene altro. E deve essere trattata di conseguenza".